Un concerto nel Palazzo Reale di Napoli a conclusione di un progetto di studio e ricerca sul basso continuo, grande innovazione della musica barocca.
In Occidente, nell'era dorata del Barocco, apparve una forma di scrittura e di lettura della musica nuovo e complesso, per il quale a partire da una linea/voce di Basso scritta dal compositore, l'esecutore doveva sviluppare (improvvisando) le altre linee che dovevano completare le armonie: nasceva il Basso Continuo. I primi strumenti ad interpretarlo furono il clavicembalo o l'organo, l'arpa, il liuto, la viola da gamba, il violoncello, il fagotto e le varie tipologie di chitarre: con essi, si realizzavano i contrappunti e si inverava la dialettica fra il Basso e le altre parti della composizione. E si trattava anche di un apprendimento difficile, poiché non si limitava alla memorizzazione di un brano, ma necessitava dell'acquisizione di una tecnica che consentisse di creare una serie di varianti potenzialmente senza fine, suggerita sulla carta soltanto da un numero al posto degli accordi. Come risultato, ogni esecuzione quindi era diversa dall'altra, e questo dice molto sull'atmosfera del tempo, e sull'essere un assieme che fra gli strumentisti assumeva il significato di un grandissimo respiro dialettico, di un pensare insieme, di un restare interconnessi alla ricerca dell'armonia.
Nella seconda metà del Novecento è stato avviato un processo di graduale recupero della musica antica (il cosiddetto Early Music Revival o Movement) che ha dato i suoi frutti soprattutto per l'uso di strumenti “originali” e per il ripristino dell'attitudine all'improvvisazione sulla linea del basso continuo con i cosiddetti strumenti di fondamento. Dopo l'Europa del nord e gli Stati Uniti, anche in Italia alcuni musicisti hanno fatto notevoli progressi, riscoprendo anche le numerose eredità che proprio nella nostra musica avevano concesso grande spazio all'accompagnamento improvvisativo del basso continuo. In questo solco, i laboratori Scarlattilab (che raccolgono le iniziative dell'Associazione Scarlatti dedicate ai giovani cantanti e strumentisti dei Conservatori del Sud che si affacciano alla carriera professionale) sono nati per far rivivere i “segreti” dell’interpretazione musicale a fondamento della didattica dei primi conservatori musicali di Napoli nel '600 e '800: un progetto unico in Italia, giunto alla quinta edizione, per creare un punto di incontro e sperimentazione sia per la didattica sia per l’attività concertistica, attraverso il quale molti giovani studenti dei Conservatori si ritrovano insieme con musicisti professionisti, fra masterclass e performance.
Lo scorso venerdì 11 novembre, nel Teatro di Corte di Palazzo Reale, a Napoli, il Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio di Napoli in collaborazione con altre scuole musicali italiane (Conservatori di Verona, Cosenza e Bari) e con lo storico complesso della Cappella della Pietà dei Turchini fondato nel 1986 da Antonio Florio, hanno proposto il risultato di uno di questi laboratori sul basso continuo, con un programma ampio incentrato sui suoi strumenti "di fondamento", e da cui sono emersi anche autori napoletani dalle pagine virtuosistiche come Giovanni Salvatore e Francesco Alborea (forse il più grande virtuoso di violoncello a Napoli nella prima metà del '700), in una serata originale che ha messo in mostra il notevole livello ormai raggiunto dall'iniziativa, che si può considerare come uno stato dell'arte, oggi, sull'utilizzo di questi strumenti e sull'interpretazione di questa musica.
Continuum
Gli strumenti "di fondamento" della musica barocca
Ricercari, Canzoni, Sonate e improvvisazioni sul basso
Girolamo Frescobaldi (1583 - 1643)
Canzona Quinta detta La Tromboncina a due bassi
Johannes Hieronimus Kapsberger (1580-1651)
Tenore detto il Kapsperger
Giovanni Salvatore (1610 – 1688)
Guardami Dio da amici, ricercare
elab. Enrico Baiano
Francesco Alborea (1691 - 1739
Sonata in re maggiore per violoncello e basso
Bernardo Pasquini (1637 – 1710)
Sonata in re minore a due bassi
Allegro – Adagio - Vivace
*****
P.G. G. Boni (? - 1750?)
Sonata II in do minore per violoncello e basso continuo
Domenico Scarlatti (1685 – 17579
Sonata K 81 in mi minore
Salvatore Lanzetti (1710 – 1780 ca
Sonata IX in La minore per violoncello e basso continuo
Tradizionale
Tarantella
elab. Guido Morini
Coordinatori e docenti
Patrizia Varone clavicembalo e organo
Franco Pavan tiorba
Carlo Maria Barile clavicembalo e organo
Angelo Trancone clavicembalo e organo
Luigi Trivisano clavicembalo e organo
Adriano Fazio, violoncello
Chiara Mallozzi violoncello
Paola Ventrella tiorba